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La rivista delle imprese – 2023

Chimere: un’idea di illuminazione slow fonde artigianato e design

Dal Salento arriva un’illuminazione lenta che abbraccia artigianato e design: sono le Chimere di madre e figlio, un progetto comune che coniuga tradizione a innovazione.

Questa è una storia lenta, che passa di mano in mano e di generazione in generazione, raccoglie, tesse, ricama e finalmente mette insieme i pezzi proprio in un periodo storico in cui tutto sembrava essersi fermato e invece le idee hanno iniziato a fiorire.

È la storia di una tradizione antica che trova il suo posto nel presente: Chimere – slow light è il progetto di Alessandro Colazzo, visual designer originario di Nardò, che vuole attualizzare e mettere in luce l’arte sartoriale di sua madre, Maria Grazia Manta, da sempre sarta, in Italia e all’estero, ma anche artigiana dei tessuti, in particolare dell’uncinetto. La collezione di lampade Chimere nasce quindi dal racconto, dai ricordi, e dall’incontro tra tradizione, artigianato e design.

I ricordi risalgono alla generazione ancora precedente, quando la nonna ricamava al telaio lenzuola e tovaglie per il corredo, da conservare in quei bauli che molti hanno la fortuna di possedere quasi intatti.

Quei movimenti lenti e meticolosi al telaio che andavano a formare la preziosa eredità dell’epoca per ogni ragazza prima, l’abilità e la maestria della madre nel confezionamento di creazioni sartoriali e artigianali poi, hanno contribuito alla passione per l’artigianato e il design di Alessandro, che sin da ragazzo si era messo alla prova nella creazione di lampade in ferro e carta di riso.

Il periodo della pandemia è stato il momento della raccolta dei ricordi e delle tradizioni, il momento perfetto per trasformarli in un progetto comune in cui convogliare passioni, competenze, arte e creatività: nel 2021 l’idea prende forma, nel 2022 nascono i primi prototipi e finalmente il 2023 è l’anno in cui le Chimere si presentano al pubblico, per la prima volta al San Francesco della Scarpa di Lecce in occasione della Fiera dell’Artigianato d’eccellenza dello scorso maggio, dove anche l’ormai cittadina onoraria Helen Mirren si è fermata ad ammirarle.

Passiamo quindi a ciò che rende queste Chimere, che evocano il sogno e la fantasia, un prodotto unico, a cominciare dall’idea “slow” alla base della lavorazione, scrupolosa e paziente proprio come i lavori di un tempo, che rispetta e preserva l’artigianato di qualità per fornire, infine, non un mero complemento d’arredo, ma un’esperienza autentica e simbolica.

Ogni Chimera richiama un luogo o un simbolo del Salento e della Puglia, dagli attrezzi di lavoro come il “fiscolo” alla forma del trullo: questo è reso possibile dalla sua composizione che si basa sulla struttura portante circolare interamente in acciaio, dei cerchi creati da fabbri locali che sono la base dell’ordito che da lì si intreccia e si sviluppa andando a creare forme tridimensionali dalle linee straordinariamente morbide e avvolgenti. La lavorazione del filato avviene direttamente sulla struttura creando una fusione perfetta tra le due arti, tra passato e presente, e un’armonia silenziosa tra un materiale forte come l’acciaio e la delicatezza dell’uncinetto.

L’ispirazione all’iconica lampada Falkland di Munari è nell’aria: le sue lampade a sospensione nascevano proprio dalla tensione del tubo di filanca e dal peso di alcuni anelli metallici generando una forma spontanea che asseconda la gravità. Accade lo stesso principio per le Chimere che però si sviluppano attraverso un materiale come il cotone e una lavorazione, l’uncinetto, che sono molto diversi dalla filanca e possono generare non solo forme, ma anche sensazioni tattili diverse, a tal punto che possono essere anche smontate, lavate e rimontate.

La forza delle Chimere sta anche nella possibilità di customizzarle a seconda del contesto e delle esigenze: si può scegliere tra quattro modelli e una palette di tredici colori, nuances naturali e in armonia con l’ambiente come la terra rossa che rimanda alle cave di bauxite o agli intonaci usati anticamente per le case e le masserie o il beige della pietra leccese. Le loro forme e i loro colori permettono anche di mixarle insieme per creare effetti sempre diversi ed inserirle in contesti particolari, grazie anche alla collaborazione di architetti e interior designer.

Dimore private, strutture ricettive di charme e spazi pubblici possono essere illuminati da una nuova visione di light design, dal carattere contemporaneo e tradizionale assieme, testimone moderno di un patrimonio identitario molto forte e presente ma anche adattabile ad un territorio che si espande in una competizione sempre più densa di creatività.

Le lampade sono visibili sul sito di riferimento, www.chimerelight.it, e presso il laboratorio e showroom a Lecce, mentre per la loro lavorazione e spedizione è previsto un minimo di 20 giorni proprio per rispettare la personalizzazione e l’artigianalità di cui si compongono.


Testo di Marcella Barone